Weekly Playlist N.01 (2022)

 

Qualcuno azioni l’allarme; non bastassero gli aggiornamenti rilanciati a tempo di record da qualsiasi outlet informativo a farvi riprendere contatto con la realtà dopo le due settimane di beata sonnolenza festiva, ora a tartassarvi quanto basta ci sono pure le playlist settimanali della pestifera Pagan Storm Webzine qui per far partire col piede sbagliato un anno sbagliato già di suo. Sì perché, mentre lì fuori va come sapete, pure il nostro angolo di nefandezze sonore non si sta impegnando poi tanto nel regalarci almeno qualche singolo con cui lenire il famoso logorio della vita moderna; e ciò spiega come mai nel primo giovedì del 2022 passato in compagnia dello staff compaiano per lo più residuati bellici dei mitologici anni ’90, infinito serbatoio di grandi emozioni dal quale però, dovendone attingere in così larga misura, abbiamo ripescato alcune opere mai troppo reclamizzate allo scopo di non sprecare il tempo dei pochi discepoli radunati con dischi sentiti e risentiti. A riprova del necrokvltismo oggi imperante si comincia addirittura con un bello split album che nel 1995, oltre a far debuttare in grande stile un’etichetta di nome Hammerheart Records poi destinata a grandi cose, metteva insieme i tedeschi Tumulus ed i norvegesi Mock: il goticheggiante folklore dei primi accoglie le anime dall’altra parte dell’Acheronte, solcato dalle placide remate di “Smoke Of My Burning”, mentre i secondi attendono a metà scaletta il momento propizio per assaltare la processione con la roboante “Northern Sins”. Sebbene entrambi i gruppi partecipanti a tale ordalia condivisa si sarebbero presto dissolti nella nebbia (anche se chi ci segue ben dovrebbe sapere cosa fu generato dalle ceneri del duo scandinavo), nel medesimo anno già infuriavano parecchie delle creature più temute del panorama nero; alcune delle quali già a segno coi capolavori che oltre venticinque anni dopo continuiamo a venerare, mentre altre intente a costruire la propria gloria con full-length meno noti ma altrettanto validi. La passione nutrita da queste parti per i moderni Abigor è cosa risaputa, tuttavia dovessimo spingerci più indietro allora ci gusteremmo allo stesso modo il secondo parto degli austriaci Orkblut – The Retaliation” a partire dalla furiosa “Battlefield Orphans”, come del resto dovreste fare pure voi; e visto che li avevamo invocati già allo scadere del 2021, sarebbe un’astuta mossa richiamare a sorpresa in campo gli svedesi Naglfar e farli scatenare a ritmo di “Exalted Above Thrones”, ruggente epilogo non solo per il presente convivio ma anche per il folgorante esordio Vittra” che i giuda che hanno rimosso dovranno riascoltare cinque volte di fila entro ventiquattro ore (le avessero date a noi certe punizioni ai tempi). La riscoperta di piccoli tesori in giro per l’Europa di fine millennio passa poi per la Lituania e per Kai Pilnaties Akis Užmerks Mirtis”, notevole titolo di due pezzi e dell’unico album in studio nel CV degli Anubi, un’autentica panacea per l’élite sollazzatasi durante la scorsa annata tra i rampanti avanguardismi di molte uscite dibattute su queste pagine, ammesso che veniate a patto con l’idea che ciò che sentite veniva composto nel 1997. Per finire, qualcosa di completamente diverso: che il mini Godless Savage Garden” fosse un nostro piccolo oggetto di culto poteva essere già facilmente intuito, tanto che siamo alla sua terza riproposizione in playlist eppure “Moonchild Domain” ci fa di nuovo uscire matti per i cari vecchi Dimmu Borgir, ed il loggione sappia che qualunque rimostranza sarà accolta con risate divertite e conviviali pacche sulle spalle. Diversa invece sarà la reazione verso chi, nonostante molteplici tentativi di fargli capire l’errore commesso, ancora non si è calato per via endovenosa Deiform”, il bestiale ultimo pargolo della progenie Funeral Mist ed allo stesso momento stoccata decisiva per l’anno che da pochi giorni riposa non certo in pace grazie ad un Arioch in piena trance sulla conclusione di “In Here”, traccia con cui espiare il debito di sangue verso il malvagio profeta svedese. La ripresa del servizio da parte delle selezioni del quarto dì non significano però la totale operosità di ciascun reparto della redazione, tanto che a metà gennaio abbiamo già tre anniversari sfuggiti (soltanto per ora) dalle grinfie di Darkest Past, sempre attiva nelle retrovia ma attenta più alla qualità degli scritti anziché all’inondare il web di vocaboli eruditi e concetti vacui alla stregua di qualsiasi altro portale italiano interessato a capitalizzare sul Black Metal; e d’altra parte nulla vi vieta di mettervici voi a ragionare di quei frammenti di vita che certi dischi vi hanno lasciato e che voi ancora conservate a dieci, quindici oppure anche trent’anni dalla pubblicazione, non vi pare? Noi qui proviamo a darvi una mano facendovi immergere nella coltre di fumo grigio chiamata Andacht”, perla aggiunta tre lustri addietro sul fil di collana dei tedeschi Lunar Aurora dei quali apprezzerete certamente “Das Ende”, oppure traghettandovi per gli scenari bucolici ben noti agli estimatori dei francesi Alcest, tutti presi a rinverdire Les Voyages De L’Âme” e la sua splendida title-track in occasione del decennale; fino a giungere all’albero della vita che, tre decadi fa, ispirò dei neonati Enslaved nella composizione del rinomato demo Yggdrasill”, prodromo alla gloria imperitura e campionario di indizi sul futuro dei norvegesi che “Hal Valr” non ha alcuna remora a mostrare.

Ascoltatela interagendo con il tasto play sottostante. Buona scoperta!

 

1. Tumulus“Smoke Of My Burning” (from Hymns And Dirges / Cold Winter” (Split), Hammerheart Records 1995)

2. Dimmu Borgir“Moonchild Domain” (from Godless Savage Garden” (EP), Nuclear Blast Records 1998)

3. Anubi“Kai Pilnaties Akis Užmerks Mirtis I” (from Kai Pilnaties Akis Užmerks Mirtis”, Danza Ipnotica Records 1997)

4. Lunar Aurora“Das Ende” (from Andacht”, Cold Dimensions Records 2007)

5. Alcest“Les Voyages De L’Âme” (from Les Voyages De L’Âme”, Prophecy Productions 2012)

6. Abigor“Battlefield Orphans” (from Orkblut – The Retaliation”, Napalm Records 1995)

7. Mock“Northern Sins” (from Hymns And Dirges / Cold Winter” (Split), Hammerheart Records 1995)

8. Funeral Mist“In Here” (from Deiform”, Norma Evangelium Diaboli 2021)

9. Enslaved“Hal Valr” (from Yggdrasill” (Demo), Autoproduzione 1992)

10. Naglfar“Exalted Above Thrones” (from Vittra”, Wrong Again Records 1995)

Michele “Ordog” Finelli

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